I paracliti
DAI PARACLITI ALLA CAMERA DI COMMERCIO
Le prime forme di rappresentanza degli interessi economici a Lodi risalgono alle organizzazioni corporative comunali medioevali: fin dal XIII secolo é infatti documentata, l'esistenza dei Paracliti. Vere e proprie Corporazioni d'arti e mestieri queste istituzioni (esistite fin nella seconda metà del Settecento) avevano rendite proprie, Statuti e governo. Sostenevano opere di beneficenza e di mutua assistenza, gestivano ospedali e spesso anche "chiese col relativo santo patrono che il paraclito festeggiava con minore o maggiore solennità secondo la potenza finanziaria e la divozione dei membri".
In Lodi, nella seconda metà del Cinquecento, erano attivi ben 23 Paracliti: quello dei Braccianti, Brentadori, Stuorai, Fruttivendoli ed Ortolani, Barcajuoli, Muratori, Fornai e Prestinai, Mugnai, Sellai, Macellai, Barbieri, Ferrai e Maniscalchi, Calderari, Legnamari, Sarti, Tessitori di lino e stoppa, Osti e Tavernieri, Formaggiari, Cacciatori di pelle, Calzolai, Merciai e Bigolotti, Aromatari (farmacisti e droghieri) e Mercanti di lane. A questi più tardi se ne aggiunsero altri, fra cui quello dei Malossari (sensali per vetture, per baliatici ed altri servigi pubblici), dei Palafrenieri e Servitori.
La denominazione di Università dei Mercanti iniziò ad essere usata dal XV secolo, quella di Camera Mercantile dal 1786: la Camera di Lodi fu una delle prime in Italia e venne infatti istituita con l'editto giuseppino del 24 luglio 1786.
Sarà riconfermata con la legge del 26 agosto 1802 - promulgata da Francesco Melzi d'Eril, vicepresidente della Repubblica italiana e futuro duca di Lodi- che istituiva in ogni comune ove esisteva un Tribunale mercantile una Camera primaria di commercio.
Con decreto del 27 giugno 1811 Napoleone ripristinava le Camere di commercio arti e manifatture con funzioni consultive e gestionali.
Dopo la Restaurazione rimasero quasi ovunque in vigore leggi e organizzazioni di origine francese. Alla rifondazione della Camera di Commercio di Lodi si accompagnò la differenziazione delle funzioni e delle attribuzioni. La riforma del sistema avvenne fra il 1848 e il 1850 (rispettivamente con la legge del 3 ottobre 1848, il regolamento del 21 luglio 1849 ed ancora con la legge del 19 marzo 1850): furono rivisti i compiti dell'istituto camerale e uniformata la normativa a quella in vigore nel resto dell'impero austro - ungarico. La competenza della Camera venne estesa a tutto il territorio dell'Imperial Regia Delegazione Provinciale.
Con la legge del 23 ottobre 1859 viene soppressa la provincia lodigiana e dal 1° gennaio 1860 la giurisdizione camerale sarà ristretta al solo Circondario di Lodi.
La legge del 6 luglio 1862 n.680 diede nuovo riconoscimento legale alle istituzioni commerciali (che denominò Camere di Commercio ed Arti) ed il regio decreto del 5 ottobre 1862 n.872 consacrò l'esistenza della Camera di Lodi che fissava la propria sede centrale prima in via Volturno, 7 ed in seguito in via XX Settembre, 25.
Con la legge del 20 marzo 1910 n.121 venne stabilita, fra l'altro, la nuova denominazione di Camera di Commercio ed Industria.
Dal 1862 al 1910 le attribuzioni della Camera di Lodi, come quelle di tutte le altre "consorelle del Regno d'Italia, erano andate sempre più aumentando o per il consolidarsi di consuetudini di fatto o per l'emanazione di leggi speciali e regolamenti".
L'instaurazione del Regime fascista comportò il sovvertimento di alcune istituzioni dello Stato liberale: in particolare l'inquadramento del fenomeno economico nell'apparato normativo statale segnò la fine del sistema camerale. Soprattutto con la legge del 18 aprile 1926 n.731 che "realizzava concretamente l'esigenza di una visione unitaria delle diverse componenti della vita economica" istituendo in ciascuna provincia i Consigli dell'Economia che ereditarono, di fatto, anche tutte le competenze della Camere di Commercio. I Consigli entrarono in funzione dal 1° gennaio 1928, in coincidenza le Camere cessavano. Due anni dopo, veniva ufficialmente soppressa la Camera di Commercio ed Industria di Lodi.
Tutti i presidenti che si avvicendarono alla guida dell'istituzione (dall'Unità d'Italia alla soppressione dell'ente) erano lodigiani e provenivano, in genere, "dall'agiata ed industre" borghesia locale. Furono rispettivamente:
Gaetano Pirovano (1793-1868) già in carica dal 1854 - ai tempi della dominazione austriaca - mantenne la presidenza fino al 13 dicembre 1862;
Antonio Dossena (1823-1909) dal 14 dicembre 1862 al dicembre 1891;
Ernesto Parigi (1831-1894) dal dicembre 1891 al 19 giugno 1894, data della sua scomparsa;
Carlo Zambonetti (1852-1914) dal 10 dicembre 1894 al 5 dicembre 1896;
Giovanni Battista Rossi (1853-1933) dal 6 dicembre 1896 al 9 gennaio 1922;
Giovanni Berlucchi (1860-1922) dal 10 gennaio al 3 dicembre 1922, data della sua scomparsa;
Ennio Cornaggia (1877-1956) svolse le f.f. di presidente dal 4 dicembre 1922 al 1° luglio 1924 cioè fino alla nomina prima come Commissario Governativo (con compiti che sostituivano le funzioni dell'intero Consiglio camerale) e poi a quella di vice Commissario straordinario fino alla soppressione della Camera lodigiana.
Nel gennaio 1946 in una affollata riunione, organizzata dall'Amministrazione comunale di Lodi, si "chiese a gran voce e all'unanimità" la ricostituzione della Camera di Commercio. Nonostante l'iniziativa avesse incontrato il pieno sostegno di quasi tutti i comuni del Lodigiano, della Libera Associazione dei Commercianti e dell'Associazione Industriali di Lodi il progetto non trovò attuazione. Verificata l'impossibilità di ristabilire una istituzione autonoma locale si ritenne quanto meno indispensabile almeno l'attivazione di una Sezione della Camera milanese. Nei primi anni Cinquanta il desiderio divenne realtà ed il 4 giugno 1958 venne ufficialmente inaugurato a Lodi (in via G. Garibaldi, 76) un Ufficio decentrato della Camera di Commercio di Milano.
Sarà comunque necessario attendere fino al dicembre 1992 per assistere alla ricostituzione della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Lodi, conseguente alla nascita della Provincia. Primo Presidente della Camera ricostituita è Francesco Ferrari.
[Angelo Stroppa]